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Spazzamento stradale

Le filiere del riciclo in Italia

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Il quadro nazionale

Dall’analisi dei dati ISPRA, riferiti alla sola quota di rifiuti da spazzamento stradale effettivamente avviati a recupero, si rileva che i quantitativi nazionali avviati a recupero nel 2022 (499 kt) sono sostanzialmente in linea con l’anno precedente e rappresentano il 2,6% sul totale della raccolta differenziata in Italia.

Il Centro e Nord Italia, dove si concentrano gli impianti di recupero, continuano ad avere le maggiori produzioni annue pro capite: la produzione pro capite annua media si attesta a 8,5 kg/ab. con valori massimi raggiunti nelle Marche (17,5 kg/ab.), Umbria (16,2 kg/ab.) ed Emilia-Romagna (13,2 kg/ab.).

I dati di raccolta differenziata dei rifiuti da spazzamento stradale riferiti agli anni dal 2016 al 2022 confermano il trend di crescita per le macro-aree Centro e Sud.

La tecnologia e gli impianti sul territorio nazionale

Negli impianti in cui si realizza un effettivo recupero dei rifiuti da spazzamento stradale, con cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), la tecnologia applicata per la rimozione dei contaminanti è basata sul processo di lavaggio “soil-washing”.

Il trattamento a umido (lavaggio) del rifiuto da spazzamento è la tecnologia che consente di recuperare le frazioni inerti, suddivise per classi dimensionali (sabbia, ghiaino, ghiaietto) e la frazione ferrosa, riducendo significativamente la quantità residua di rifiuto destinata a smaltimento.

In Italia sono oggi presenti 18 impianti dedicati al trattamento a recupero di materia dei rifiuti da spazzamento stradale, che adottano una tecnologia di lavaggio, così dislocati: 12 al Nord, 4 al Centro e 2 al Sud. Degli impianti esistenti la capacità autorizzativa varia da un minimo di 10.000 t/anno a un massimo di 70.000 t/anno, con una media per impianto di circa 30.000.

La produzione di materie prime

Gli impianti di trattamento a umido dei rifiuti da spazzamento stradale sono in grado di ottenere frazioni avviate a recupero in media di oltre il 90% del rifiuto conferito.

La maggior parte del materiale recuperato è costituita da inerti, in percentuali che dipendono dalle caratteristiche merceologiche del rifiuto in ingresso, fino a oltre il 60%.

Le altre frazioni separate sono rappresentate dai fanghi disidratati (14% circa), scarti organici (13% circa) e dai sovvalli (8% circa).

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